Le aspettative erano alte e non sono state deluse: la cantante continua a rispolverare il sound soul anni '60, questa volta forse più tendente al jazz/R&B (ricordiamo infatti la partecipazione del gruppo The Roots).
Il brano è veloce e strutturato principalmente attorno la ripetizione delle tre parole che compongono il titolo.
La voce sabbiata e nasale di Duffy è ben riconoscibile, ed aiuterà il singolo ad una rapida diffusione rimanendo ben impresso nella mente di chi lo ascolta, a differenza della marea di canzonette omologate al genere del momento che faranno la stessa fine: il dimenticatoio.
Di certo questo brano non diventerà il più ascoltato di tutti i tempi, ma difficilmente un ritmo e un timbro del genere possono passare inosservati.
Il video è molto semplice: una Duffy insolitamente sexy, dapprima per strada cattura l'attenzione di un paio di ragazzi, poi dopo entra in una sorta di bar e si cimenta in una danza spensierata con i presenti, per essere beccata proprio alla fine da uno dei giovani adescati all'inizio della clip.
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